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Blog -  Kali: antica arte marziale dalle Filippine

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Guest Post a cura di Andrea Rollo – www.kalifilippino.it

Le incantevoli spiagge bianche, il mare verde smeraldo e la sconfinata barriera corallina attraggono turisti da tutte le parti del globo. Paradiso naturale nel cuore del sud-est asiatico, meta privilegiata per appassionati di snorkeling ed immersioni, le Isole Filippine sono anche conosciute per la cortesia e gentilezza che contraddistingue i loro abitanti, a tal punto da far sembrare quasi impossibile che in quei luoghi meravigliosi, gli antenati di quelle persone così disponibili abbiano sviluppato una delle arti marziali più complete al mondo.

Conosciuta in occidente con il nome di kali filippino, le sue tecniche a mani nude e con armi sono infatti integrate negli attuali sistemi di combattimento militare corpo a corpo da numerosi corpi speciali e unità d’élite di eserciti e forze di polizia. Le abilità guerriere delle tribù indigene delle Isole Filippine vennero documentate per la prima volta nel diario di bordo di un famoso navigatore italiano, che descrisse l’approdo delle prime caravelle spagnole a Mactan (Cebu), una delle 7107 isole dell’arcipelago, e la successiva battaglia, durante la quale il famoso Ferdinando Magellano, primo circumnavigatore del globo, venne ucciso dal capotribù locale, Lapu Lapu, considerato ancora oggi eroe nazionale e la cui statua in bronzo, alta 20 metri, si erge imponente a pochi passi dal luogo della battaglia.

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Statua dell’eroe nazionale filippino che sconfisse Magellano nella battaglia di Mactan (Fonte: Lapu-Lapu City Government, da http://www.mycebu.ph)

Successivamente, una volta stabilito il loro dominio sull’arcipelago, i conquistadores vietarono ai locali il porto delle armi da taglio e secondo il racconto degli anziani maestri, tramandati di generazione in generazione per secoli, anche la pratica dell’arte da combattimento nativa, che all’epoca veniva chiamata kalis. Questo termine difatti è ancora usato per indicare un particolare tipo di kriss, la spada dalla lama ondulata, tipica del luogo e che si può acquistare come souvenir dalle bancarelle locali.

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Maestro filippino in abiti tradizionali.

Nonostante la severa legge coloniale, si racconta che i filippini riuscirono comunque ad aggirare il divieto camuffando i movimenti marziali nelle danze e negli spettacoli teatrali che, paradossalmente, i frati spagnoli introdussero nelle Filippine allo scopo di diffondere il Cristianesimo e convertire gli indigeni.

Parallelamente, un altro escamotage adottato dai filippini fu quello di sostituire le armi da taglio con bastoni in legno, accorgimento che, secondo alcuni studiosi di arti marziali, portò ad una evoluzione nelle strategie di combattimento e all’introduzione di tecniche proprie delle armi da impatto.

E’ in questo periodo che probabilmente emersero gli altri due nomi con cui oggi, a seconda della regione geografica delle Filippine in cui è praticata, si indica tale arte marziale, ovvero arnis nel nord ed eskrima nel centro. Da quest’ultimo termine, palesemente derivato dalla parola spagnola esgrima che significa “scherma”, traspare chiaramente l’influenza che i conquistadores devono aver avuto nel corso dei tre secoli di occupazione coloniale. Influenza che è ancora più evidente se si osservano, ad esempio, le tecniche di “Espada y Daga” (spada e pugnale), una delle specialità tipiche della scherma europea antica.

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Due maestri si esercitano nel tradizionale stile “Espada y daga” in acqua

Perfezionatosi nel corso delle guerre d’indipendenza e nei duelli tra praticanti di stili diversi, il kali, arnis o eskrima, che dir si voglia, è giunto fino a noi in segreto, insegnato da padre in figlio all’interno del proprio ambito familiare o comunque del proprio villaggio, finché alcuni maestri negli anni 60-70 del secolo scorso aprirono le prime scuole pubbliche negli Stati Uniti, dove si erano trasferiti in cerca di migliori fortune.

Da allora il sistema di combattimento filippino, sebbene non ancora molto conosciuto dai profani di arti marziali, si è diffuso in tutto il mondo, ed essendo specializzato nelle armi bianche (bastoni, coltello, machete, ed alcuni stili anche frusta, lancia, scudo e catena), si è posizionata tra i migliori metodi di combattimento armato oggi esistenti conquistando, soprattutto negli ultimi anni, il grande schermo; basti pensare infatti a film come “Mission Impossible III” o la trilogia di “The Bourne” in cui nelle scene di combattimento gli attori utilizzano il kali filippino, o addirittura 300, in cui la scenografia riguardante le antiche tattiche di guerra e tecniche di combattimento dei guerrieri spartani sono state sviluppate e riprodotte da un maestro filippino.

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Allenamento sulla spiaggia al tramonto

Contemporaneamente al boom mediatico ed alla diffusione mondiale del kali, è cresciuto il numero di allievi occidentali che si recano nelle Filippine per “vacanze- studio marziali”, cioè per potersi allenare con gli anziani maestri ancora in vita nel luogo di origine di questa disciplina e provare di persona allenamenti tradizionali impossibili da svolgere nelle normali palestre occidentali, come il combattimento nella giungla, i passi “a triangolo” su tre noci di cocco appena raccolte per sviluppare equilibrio e footwork, o ancora i “romantici” allenamenti sulla spiaggia, magari al tramonto.

Per maggiori informazioni ed approfondimenti su questa esaltante arte marziale consultare il sito www.kalifilippino.it.

(scritto nel marzo 2016)

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